Rilevato un inibitore, studio prova l'efficacia al 90%
Ci può essere un nuovo orizzonte per gli allergici alle arachidi. I ricercatori dell'Università di Notre Dame, infatti, sono riusciti a impedire il legame degli allergeni con un anticorpo, l'immunoglobulina E (IgE), che solitamente scatena una reazione che porta alle risposte del corpo alle allergie (da un semplice sfogo allo shock anafilattico). In un processo chiamato degranulazione, le IgE e le proteine degli allergeni si legano sulla superficie delle cellule immunitarie (i mastociti), rilasciando l'istamina, che rappresenta il primo e più importante passaggio nella reazione allergica del paziente.
Oggi non esistono farmaci che siano in grado di prevenirlo. Un inibitore che colpisce solo le IgE può portare a una soppressione immunitaria diffusa, che gli studi hanno dimostrato possono causare un aumento dell'infezione parassitaria e persino del cancro. Gli studiosi però questa volta sono arrivati a sintetizzare degli inibitori specializzati che impediscono alle IgE di legarsi alle proteine delle arachidi. In uno studio condotto su 16 pazienti con l'allergia a uno stadio grave, questi inibitori hanno avuto successo nel 90% dei casi.
Berni Canani: "Più colpita la fascia inferiore ai tre anni". L’alimento più spesso responsabile è il latte (55%) seguono uova (33%) e frutta secca (24%)
Del Giudice: "Un episodio isolato non deve allarmare, ma quando il disturbo si ripete e quando non ci sono macchie rosse pruriginose i genitori devono rivolgersi a uno specialista”
Nei bambini di un anno con allergie alimentari multiple, il trattamento con omalizumab per 16 settimane è stato superiore al placebo nell'aumentare la soglia di reazione per le arachidi e altri allergeni alimentari comuni
Legato a problemi di salute mentale; disponibile anche in Italia
Le nuove prospettive sono state affrontate nel corso del Brunel Annual Health Economics and Policy Forum, che si è tenuto a Londra presso la Brunel University
Lancet, con il cambiamento climatico a rischio progressi per la salute
Uno studio italiano condotto su 18.000 persone ha dimostrato che la presenza di bassi livelli di albumina è associata alla mortalità per cancro e malattie cardiovascolari negli individui di età pari o superiore ai 65 anni
Variante forse legata al funzionamento dell'ipotalamo
Ricoverato in terapia intensiva. Azienda 'non c'è allarme'
"Da algoritmi di Facebook e Instagram rischi per la salute mentale"
"Grazie a capacità diagnostiche ma anche per un incremento di steatosi epatiche"
L'Organizzazione mondiale della sanità annuncia che un nuovo vaccino - chiamato Tak-003 - contro la dengue è in fase di prequalificazione
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